L'immagine è relativa alla cena dell'anno scorso.
Trekking, Kayak, Mountain bike, escursioni e altre divagazioni. Il blog del centro escursionistico Il Viottolo - Isola d'Elba e Arcipelago Toscano
martedì 29 dicembre 2009
Annullata l'escursione di Fine Anno a San Piero
L'immagine è relativa alla cena dell'anno scorso.
lunedì 28 dicembre 2009
domenica 27 dicembre 2009
Capoliveri Legend Cup 2010

Sabato 15 Maggio
Bike e Sapori
ore 16.00 Apertura degli stands nel centro storico di Capoliveri dei maggiori produttori di Bici e accessori del settore Mountain Bike nazionale, alternati da stands delle associazioni elbane produttori di vini e olio, insieme a specialità gastronomiche locali.
ore 21.00 Spettacolo musicale in piazza dedicato ai partecipanti della gara.
Domenica 16 Maggio
Capoliveri Legend Cup
ore 10.00 Partenza Capoliveri Legend Cup Gara di MTB Nazionale, valida per il circuito di Coppa Toscana MTB
ore 14.00 Cerimonia di Premiazione
Iscrizione gratuita a tutti coloro che dimostreranno di aver partecipato alla prova di Coppa del Mondo del 1994.
Dettagli informazioni e contatti su http://www.capoliveribikepark.it/
Fonti: Capoliveri Bike Park, Ufficio Stampa Comune di Capolveri
Immagini: http://www.capoliveribikepark.it/
mercoledì 23 dicembre 2009
Capodanno ai Sassi Ritti - Cena e escursione trekking con brindisi

Il 31 dicembre il ritrovo è fissato per le ore 21:00 alla piazza della Chiesa a San Piero. Cena al Mago Chiò (Antipasto e bruschetta, stoccafissata, frutta, fetta di panettone, vino e acqua Euro 20). Escursione offerta da Il Viottolo (tempo permettendo con la luna piena) fino ai Sassi Ritti. Brindisi e ritorno a San Piero. (Spumante a e bicchieri di plastica a carico dei partecipanti). Si consiglia una piccola torcia e una busta per il recupero di bottiglie e bicchieri dopo il brindisi. Telefonate a Ruggero per dare la vostra conferma di partecipazione 3297367100.
lunedì 21 dicembre 2009
Sulle tracce della Befana
Il trekking è completamente gratuito e si svolgerà domenica 3 gennaio dalle ore 11.00 alle 14.30. Il ritrovo è per le ore 11.00 a Sant’Ilario, si farà ritorno nello stesso punto.
Il percorso
Da Sant’Ilario, i piccoli trekkers, partiranno percorrendo un agevole sterrato. Giunti all’altezza di una pineta, si addentreranno in un bosco di corbezzoli e scope che li condurrà fino ad una pietra stranissima … In questo punto, proprio in linea con l’aeroporto di Marina di Campo, si dice che la befana spicchi il volo per portare carbone o dolciumi ai bambini … pare abbia perso qualcosa durante i suoi decolli … Qui verrà setacciata la zona alla ricerca delle sue tracce, di dolcetti, calze e scope. Una sosta per il pranzetto al sacco ricaricherà i piccoli. Dopo la scorpacciata si farà ritorno al punto di partenza intorno alle 14.30 Caratteristiche dell’escursione: lunghezza 4 km durata 3.5 ore percorso facile. Partecipazione gratuita, gadget forniti dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Consigli utili per i baby trekkers: abbigliamento a “cipolla” con giacca adeguata alla giornata consigliata giacca antivento, scarpe alte tipo scarponcino (sconsigliate le scarpe da ginnastica), copricapo. Uno zainetto comodo. Da mangiare: un panino, una bottiglia d’acqua con beccuccio per bere, un frutto,uno snack dolce. Per i genitori che vogliono prenotare o conoscere più nel dettaglio l'escursione, le guide de Il Viottolo sono a disposizione al numero telefonico 3297367100.
domenica 20 dicembre 2009
Niente di fatto, Babbo Natale non s'è visto!
venerdì 18 dicembre 2009
Il Parco avvia l'operazione Pollicino
Il progetto rappresenta la prima di una serie di attività da svolgersi con l'ausilio di volontari: si tratta di iniziative volte alla tutela del territorio, alla ricerca in campo ambientale, faunistico e botanico, al miglioramento della fruizione turistica del Parco Nazionale dell'Arcipelago.
Gli interventi verranno effettuati con gruppi di 3 - 6 volontari coordinati da un supervisore del Pnat. Le uscite saranno effettuate in base ad un calendario e ad una lista che riporta i sentieri che necessitano urgenti interventi. La priorità sarà data in base all'urgenza degli interventi da effettuare.
Prima dell'inizio delle attività del calendario delle uscite si procederà ad un incontro con i volontari per illustrare le modalità d'intervento, la tematica della marcatura dei sentieri, raccogliere impressioni e suggerimenti. .
e uscite avverranno in condizioni ambientali idonee alle operazioni di pittura, vale a dire giornate asciutte senza pioggia.
Per approfondire l'argomento clicca qui.
domenica 13 dicembre 2009
Alla ricerca di Babbo Natale... seconda edizione

L'escursione è completamente gratuita e si svolgerà domenica 20 dicembre dalle ore 11.00 alle 14.30. Il ritrovo è per le ore 11.00 sulla Strada per il Monte Perone lato San Piero, dove inizia la strada sterrata per Le Piane al Canale.
Il percorso
Dalla strada per il Monte Perone lasciamo l’asfalto per incamminarci all’interno di una bellissima pineta. Ad un certo punto lungo la strada troveremo un segnale che solo in pochi conoscono e che Babbo Natale usa per trovare la sua piccola dimora elbana. Saliamo nella boscaglia seguendo le tracce del vecchio fino ad arrivare ad un caprile un po’ “particolare” infatti, al contrario degli altri che troviamo a decine in queste zone e si trovano in spazi aperti con ampi pianori intorno, questo si trova in un punto nascosto e sconosciuto della zona. Le sue pareti sono ricoperte da muschio e le pietre con le quali è fatto sono levigate dagli anni. Cosa troveremo al suo interno? Terminata l’esplorazione proseguiremo fino alla Chiesa romanica di Santa Maria alle Piane del Canale per il pranzo al sacco. Dopo la scorpacciata ritorneremo al punto di partenza intorno alle 14.30 Caratteristiche dell’escursione: lunghezza 4 km durata 3.5 ore percorso facile. Partecipazione gratuita, gadget forniti dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Consigli utili per i baby trekkers: abbigliamento a “cipolla” con giacca adeguata alla giornata consigliata giacca antivento, scarpe alte tipo scarponcino (sconsigliate le scarpe da ginnastica) cappello non troppo ingombrante. Uno zainetto comodo. Da mangiare: un panino, una bottiglia d’acqua con beccuccio per bere, un frutto,uno snack dolce. Per i genitori che vogliono prenotare o consocere più nel dettaglio l'escursione, le guide de Il Viottolo sono a disposizione al numero telefonico 3297367100.
Immagine: Roberto Miliani
sabato 12 dicembre 2009
martedì 8 dicembre 2009
Passeggiando nel Medioevo sopra San Piero. Una lezione di storia di Silvestre Ferruzzi: Dragut? Macché pirata!!!
lunedì 7 dicembre 2009
Un bel video dedicato ai fondali dell'Isola d'Elba

giovedì 3 dicembre 2009
Per un giorno immersi nel Medioevo a San Piero in Campo

Tre ore per immergersi nel Medioevo. È questo, infatti, il tempo di percorrenza dell'itinerario Campese che si snoda dalla Fortezza di San Nicolò a San Piero (ore 10) per raggiungere (Accompagnati dall’arch Silvestre Ferruzzi) la Pieve di San Giovanni Battista, il romitorio di San Francesco Xaverio e la torre della Regina con ritorno nell’atrio della chiesa di San Nicolò (ore 15) per bere eccellenti vini dolci nostrali di Terre del Granito e mangiare i caratteristici dolci Sanpieresi.
Splendido percorso storico naturale dove si visiterà l’Antico borgo di San Piero che si vuole edificato all’epoca della dominazione longobarda (800 D.C.) Il paese è stato per molti secoli la capitale del granito Elbano , forse già nel I° secolo D.C.i Romani vi avevano stabilito una base operativa per gestire le grandi cave di Seccheto e Cavoli , come potrebbe dedursi dalla presenza , secondo alcuni, di un insediamento (con relativo tempio (dedicato al dio Glauco protettore dei naviganti) dove oggi sorge la chiesa di San Niccolò . Certamente San Piero è stato un presidio importante durante la dominazione Pisana come testimoniato dalla imponete chiesa romanica di San Nicolò e dalle fortezze adiacenti costruite in epoca successiva.. La presenza del granito caratterizza il paese intero con le piazzette ed i vicoli del centro.
Di loro e della loro storia parlano la chiesa di San Giovanni Battista Documentata per iscritto dal Duecento (Rationes decimarum), viene ricordata nel 1343 (Andrea Pupi) insieme al suo pievano Don Bernardo e insieme all’esistenza di un vigneto appartenente alla Pieve stessa. Nel Settecento si scrisse che la Pieve fosse anticamente Parrocchia comune ai due paesi di San Piero e Sant’Ilario e, Fino al 1837 veniva celebrata saltuariamente messa.
Il Romitorio Di San Francesco Xaverio realizzato verosimilmente nella prima metà del Seicento, è intitolato a San Francesco Xaverio (1506/1552), missionario spagnolo nell’Estremo Oriente; evangelizzatore indefesso, viaggiò in India, Malesia e in Giappone, dove battezzò il primo giapponese della storia. Morì a 46 anni, il 3 dicembre 1552.
Oggi della struttura rimangono solo rovine che lasciano intravedere l’elegante impostazio-ne di alcuni elementi architettonici come l’altare. Internamente, sino a pochi anni fa, era ancora visibile l’unica trave di castagno che sorreggeva la copertura, ormai scomparsa.
I romiti vestivano, intorno alla metà del Settecento, l’abito nero . In registri ecclesiastici conservati all’Archivio Storico di Marciana si legge che nel 1817 gli amministratori del Romitorio erano Domenico Battaglini e Michelangelo Pavolini; e ancora risulta che «devono celebrarsi ogn’anno 12 messe.
La Torre della regina o di San Giovanni è una torre di presidio è posta in posizione panoramica su di uno sperone di granito.Venne costruita nell'XI secolo dalla Repubblica di Pisa per la difesa del suo territorio, tramite il controllo del traffico marittimo attorno al Canale di Piombino. La torre, come consueto per questo tipo di difese, era collegata "a vista" con altre torri e fortificazioni, in modo di poter trasmettere tempestivamente, tramite appositi segnali luminosi o di fumo, l'avvicinarsi di pericoli. La torre con la sua nobile presenza continua da secoli a dominare la valle del Campese.
domenica 29 novembre 2009
Per Natale adotta un delfino

Ora, dicono al Centro, «ci stiamo organizzando per il nuovo anno e attraverso l’iniziativa “adotta un delfino” vogliamo coinvolgere tutti nella tutela dei Cetacei del Mediterraneo».
Attraverso l’adozione di uno dei delfini catalogati dal Centro si può sostenere, con un piccolo contributo economico, l'attività di ricerca in mare finalizzata allo studio e alla salvaguardia dei Cetacei del Mediterraneo. Chi adotta, poi, sarà informato regolarmente sulle attività di salvaguardia dei delfini e sulle iniziative del Centro.
Sempre nel sito Internet del Centro, dove si possono apprendere tutti i particolari relativi, si può scegliere tra due differenti opportunità: adozione standard o adozione speciale di Natale. Quest’ultima è proposta come «un regalo originale per sé e per i propri cari»), con «un kit ricco di gadget» e segnalando che i primi 10 che aderiranno all’offerta potranno inoltre trascorrere una giornata a bordo dell’imbarcazione del Centro alla ricerca dei delfini».
ADOTTA UN DELFINO
Adotta un delfino per sostenere la ricerca. L'adozione è un modo semplice e concreto per fornire un contributo all'attività di ricerca, salvaguardia e intervento in casi di spiaggiamento. I fondi pervenuti attraverso l'iniziativa vengono utilizzati esclusivamente per queste attività a favore dei Cetacei. Ad un costo di 50 euro riceverai il kit di adozione con:
* bandana
* libro delfini e balene
* una foto formato grande del delfino adottato
* una scheda identificativa, un certificato di adozione
* adesivi del Centro Ricerca Cetacei
* una t-shirt del Centro Ricerca Cetacei
* una newsletter informativa sulle attività di ricerca
Info: http://www.centroricercacetacei.org
lunedì 23 novembre 2009
Dune di Lacona: bene la prima
Il pomeriggio del 21 novembre una tiepida e prolungata estatina di San Martino ha accolto molti elbani che si sono dati appuntamento sulle dune di Lacona, le ultime di tutto l’Arcipelago Toscano, per una gita eco-culturale promossa dal Comitato Amici delle dune che vuole lanciare una raccolta fondi per acquisire la parte di dune in vendita e restituirle agli elbani attraverso il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Tutti coloro che hanno partecipato al trekking guidato sulle dune di Lacona sono rimasti colpiti dalla bellezza ancora selvaggia dell'habitat dunale miracolosamente abbastanza pulito e semplice nella caparbietà della sopravvivenza. I Gigli di mare, che il Comitato adotterà come simbolo, nonostante il calpestio, resistono e si moltiplicano anche nelle zone più frequentate, come il rosmarino le camomille di mare e le fragili ma tenacissime piante pioniere che tengono insieme dune e sabbia, spiaggia e entroterra.
L’autunno ha reso ancora più bella e selvaggia una spiaggia che è anche un gioiello naturalistico frequentato durante l’estate da centinaia di migliaia di turisti di tutta Europa, un ambiente unico, dove campeggi, alberghi e stabilimenti balneari convivono in un miracoloso equilibrio in un ambiente dunale che mostra però segni di evidente degrado che potrebbero mettere in pericolo questa risorsa ambientale ed economica che difende e valorizza un’importante attività turistica legata alla grande spiaggia sabbiosa di Lacona. Pieno accordo e adesione allo scopo del Comitato illustrato da Francesco Mezzatesta: la salvezza del bene dune di Lacona e sulla necessità di un incontro al più presto con il Sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti (che è anche Presidente ella Comunità del Parco) per coinvolgere l’amministrazione comunale nel progetto di valorizzazione delle dune. Alla fine è stato lanciato un appello-invito a partecipare alla cena-festa dell'ultimo dell'anno che sarà, se possibile, proprio a Lacona per raccogliere fondi e passare una fine d’anno immersi nella natura. Chi vuole partecipare può contattare la segreteria del comitato :Francesco De Pietro (e-mail: francedep@gmail.com ; cell: 328/8151073).
L’incontro di Lacona è stato anche l’occasione per affidare ad Emilia Pignatelli il compito di Direttore marketing del progetto e ad Umberto Mazzantini quello di occuparsi dell'ufficio stampa mentre Francesca Magnanini continuerà ad occuparsi della Segreteria coadiuvata da Francesco De Pietro.
L’iniziativa per l’acquisto delle Dune di Lacona attraverso una sorta di “quote di azionariato popolare” verrà illustrata dalla direttrice del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Franca Zanichelli all’iniziativa “Conservazione degli ecosistemi costieri della Toscana settentrionale” che si terrà che si terrà il 4 dicembre nella sede dell'Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli a Pisa, in occasione della conclusione del Progetto Life Natura DuneTosca. La Zanichelli interverrà al convegno finale “Le Dune Costiere: esperienze di gestione toscane a confronto”, durante il quale verranno presentati i risultati di 4 anni di interventi sulle dune del parco regionale e si avvierà un confronto costruttivo sui temi della tutela, della salvaguardia e della gestione dei litorali sabbiosi e delle zone dunali. Il Convegno si articolerà in due sessioni: una mattutina dedicata al progetto DuneTosca (interventi, problematiche, risultati, prospettive), una pomeridiana sulle esperienze toscane di gestione e conservazione degli ecosistemi dunali costieri, compresa la nuova iniziativa elbana che punta all’acquisizione, recupero e gestione delle Dune di Lacona.
Comitato Amici delle Dune di Lacona
martedì 10 novembre 2009
lunedì 9 novembre 2009
Elba Eco Maratona: l'edizione 2010

mercoledì 28 ottobre 2009
martedì 27 ottobre 2009
Sabato prossimo è la Sesta giornata Nazionale del Trekking Urbano

Che cosa è il Trekking Urbano?
E’ un nuovo modo di fare turismo, meno strutturato e lontano dai circuiti famosi. Un turismo “vagabonding”, più libero e ricco di sorprese che privilegia i panorami, i monumenti meno conosciuti, i luoghi dove avviene la vita quotidiana dei cittadini. Il trekking urbano è un turismo sostenibile che decongestiona i centri monumentali e rallenta i passaggi turistici. Il turista che cammina ha un rapporto attivo e partecipe con la città visitata ed instaura con essa un rapporto emotivo che lo fidelizza. Per i residenti il Trekking Urbano è uno stile di vita salutare ed un modo per riappropriarsi del luogo in cui si abita, conoscendolo meglio ed usandolo per tonificare cuore, cervello e muscoli.
Chi pratica il Trekking Urbano?
E’ per tutti. Il trekking può diventare uno sport intenso inserendo nel percorso scale ed asperità del suolo, mentre per i meno forti ed i meno giovani è uno sport dolce.
Quando si pratica il Trekking Urbano?
Tutto l’anno, anche in pieno inverno. A qualunque ora, anche di notte. A differenza del trekking praticato nei campi e nei boschi, quello in città non è limitato dal buio e dai terreni fangosi.
Perchè si pratica il Trekking Urbano?
Camminare a lungo, in modo sportivo e frequente è un antidoto contro la depressione, l’obesità ed il diabete, i disturbi cardiocircolatori e legati all’invecchiamento, soprattutto all’osteoporosi.
Come sono i depliant del Trekking Urbano?
La descrizione dei percorsi di Trekking urbano è simile a quella del trekking tradizionale: bandiera verde per il punto di partenza, bandiera rossa per il punto d’arrivo, un occhio indica i punti panoramici ed all’inizio sono segnati: la lunghezza, le difficoltà dell’itinerario e le cose da portarsi dietro.
lunedì 26 ottobre 2009
sabato 24 ottobre 2009
350 on the beach a Cavoli - Elba Island -Tuscany - Italy

(sul blog trovate altre immagini)
Eravamo in 26 per disegnare il numero 350, questo pomeriggio a Cavoli; pochi ma buoni si suol dire in questi casi. 350 è il limite massimo di parti per milione di CO2 che la nostra Terra può sostenere per contenere l’effetto serra. Il 24 ottobre è stato infatti scelto come primo giorno di mobilitazione globale per supportare la firma degli accordi climatici che si discuteranno a Copenaghen che includa il limite di parti per milione di Carbonio a 350. Oggi, in tutto il mondo migliaia di gruppi di persone si sono riunite per creare questo evento e anche noi abbiamo voluto dare il ns piccolo contributo. Ringrazio tutti i partecipanti, che hanno anche potuto godere di un pomeriggio invernale a Cavoli in una giornata stupenda.
Alessandro
Robi
Ruggero
Parlando di granito con Fulvio...

RV
"Sin dal periodo più buio della preistoria, per gli abitanti sud occidentali dell'Elba, il granito è stato l'elemento caratterizzante della loro cultura ed anche, nel corso successivo dei secoli, importante fonte economica. Buona parte degli utensili dei primi abitatori della nostra zona, rozzi raschiatoi per le pelli, pistelli per i mortai, macine di vecchissimi mulini rinvenuti intorno al Capanne erano di tale pietra come lo erano i monoliti sacri dei Sassi Ritti, del monte Cenno e del monte Tambone."
venerdì 23 ottobre 2009
350.org, l'evento elbano è domani a Cavoli con Alessandro Beneforti

martedì 20 ottobre 2009
Dell'arte della manutenzione dei sentieri...
Lettera aperta dal direttore del Parco Nazionale

Il reticolo di sentieri che attraversa in lungo e in largo l’isola d’Elba e le isole minori è il frutto di una storia millenaria di uso di questi suoli e quindi un’autentica espressione della cultura locale. Un tempo i viottoli erano le uniche vie di collegamento di un’economia rurale naturalmente custode dei propri poderi, dove fatica e sudore si mescolavano alla timidezza e alla frugalità: “all’onsù” –“all’ongiù” era lo scambio di saluti tra chi si incontrava nei tracciati fra i campi ancora 40 anni fa! Me lo ha ricordato Umberto Segnini, una guida storica che ha camminato con il cuore in mezzo a questo territorio.
Questa economia rurale si è rapidamente dissolta all’Elba per la fugace avventura siderurgica e soprattutto per la trasformazione in economia turistica che ha dato una svolta totale all’uso locale del suolo e al comportamento della gente. La vita attiva si è spostata lungo la linea di costa e il popolamento stabile nell’entroterra si è progressivamente ridotto alla presenza estiva. Sono tornate le boscaglie al posto delle viti, il castagneto non è più stata una risorsa. Al posto della piccola selvaggina sono stati introdotti il cinghiale e il muflone, con il disagio di molti. Quasi tutti si sono messi nell’edilizia per produrre posti letto, molto più redditizi dei grappoli d’uva, del grano e dell’olivo. Chi ha saputo fare i metri cubi, in un modo o nell’altro, ne ha tratto maggior stima e forza d’azione. Ampi terrazzamenti sono stati abbandonati e i coltivi dimessi. Da qualche anno è riemerso il desiderio di riportare un po’ di vitalità a questi pendii, con l’intento di ricercare forme di economia complementari, in maggiore sintonia con una visione di accoglienza espressiva della cultura isolana. Le esperienze della produzione locale stanno oggi diventando ottimo slow food e le attività autentiche buone pratiche.
In ampie superfici, la cura del territorio non è tuttavia da tempo riconosciuta come una priorità e, a tutt’oggi, l’ambiente non è ancora visto come parte essenziale dell’economia turistica locale, ma neppure interpretato come patrimonio comune e risorsa della collettività.
La tradizionale custodia delle superfici agrosilvo-pastorali, dapprima delegata agli operai forestali, assunti per rinforzare l’occupazione, aveva lo scopo di coprire le nudità rocciose per preservare il suolo dal dilavamento e di attuare la ripulitura dei fossi per controllarne la sicurezza. Vi sono stati anni in cui sono stati effettuati estesi rimboschimenti con pinete a rapida copertura, poi vi è stata la stagione dei roghi per scomode decisioni e i processi impegnativi di composizione dei conflitti per far crescere autentiche prospettive.
La prevenzione e la manutenzione ordinaria condotte dai singoli sono state sempre più sostituite da interventi pubblici con funzioni per lo più di rimedio laddove le avversità causavano danni ed emergenze. Le competenze della gestione e difesa del suolo sono state distribuite a più amministrazioni in virtù di normative sempre più settoriali. Tutti gli Enti dapprima hanno potuto contare sulla manualità dei rispettivi operai assunti come squadre di azione, ma in pochi anni le figure di ausiliari dedicati alla manutenzione ordinaria si sono ridotte per contenere gli oneri salariali. Così si appaltano i servizi a ditte esterne e l’attività che si può organizzare con incarichi affidati è soprattutto quella straordinaria, stante lo stanziamento di somme una tantum nei capitoli dei bilanci. La manutenzione ordinaria diventa inevitabilmente saltuaria, così come avviene nelle nostre case, quando lavorando tante ore fuori non c’è tempo per fare ogni giorno qualcosa.
Quando vi sono fondi per ripristinare la senti eristica, come quelli recentemente assegnati al Parco Nazionale dalle risorse regionali, si tratta di somme attribuite in conto capitale, denaro cioè che si può usare solo tramite appalti e cioè per fare opere, come muretti progettati , lavori di ingegneria e arredi, ma non per tagliare rami o ripulire da rovi.
Il rischio incuria si è innescato da tempo, un po’ ovunque, non solo nell’Arcipelago, spesso il consumo di suolo, il superamento dei vincoli idrogeologici e il degrado mettono a dura prova territori straordinari del nostro bel Paese.
In certi contesti il vandalismo trova alla fine un alveo ideale, soprattutto dove vi sono manufatti e insegne di significato educativo.
Buttar giù i cartelli, prendersela con le panchine e le bacheche, spesso è solo il linguaggio della noia, ma in luoghi strategici diventa la voce della contrapposizione che ha bisogno di amplificarsi attraverso la cassa di risonanza che dilaga nella lamentela collettiva. Sentieri sporchi, tabelle mancanti, gente che si perde, il Parco non è all’altezza del compito che deve svolgere.
Aizzare la protesta contro il disservizio pubblico favorisce il populismo senza coraggio. Nei blog spesso fanno bella mostra i cartelli del sentiero delle farfalle decapitati, le palizzate gambizzate, le segnaletiche divelte e le panche ridotte a legname da bruciare. Luoghi e coincidenze che molti sanno avere firme chiarissime. In tanti, anche in buona fede, si aspettano che scattino immediatamente i soccorsi. Non riflettono neanche un attimo che il denaro pubblico necessario per riparare i danni non sgorga come per incanto da un rubinetto, se dietro a questo non c’è un serbatoio capiente di risorse alimentate tramite le tasse dei contribuenti. L’inciviltà occulta e la perdita di denaro non vengono condannate ma invece si colpevolizza il Parco perché non mette mai a posto nulla!
Nella giornata di domenica scorsa, sotto il sole, con un gruppo del Rotary abbiamo fatto una bella escursione dal Burraccio lungo il crinale che porta a Cima del Monte, per poi discendere verso la strada dove l’area di sosta Le Panche, recentemente sistemata per l’ennesima volta, con denaro della collettività, era stata ancora una volta devastata. Il nuovo cartello dell’indicazione della Casa del Parco giaceva spezzato, le panchine smontate, i plinti in calcestruzzo divelti necessariamente con l’uso di micidiali macchine d’urto. Amarezza e sconforto … per tanta barbarie ai danni di un punto panoramico frequentato da moltissimi turisti!
Un biglietto inequivocabile per farsi apprezzare … soprattutto da chi non può conoscere le contrapposizioni locali perché viene da altri Paesi e frequenta l’Elba quando la stagione estiva sta tramontando.
Ci sono molte brave persone che hanno preso le distanze da queste vicende e hanno capito che oggi si può costruire una comunità di consenso con il servizio pubblico. Il Parco non è un “altro mondo” da chi vive e lavora qui. Nei Comuni si fanno sempre più iniziative di pulizia con il coinvolgimento del volontariato; le associazioni ambientaliste sanno costruire una forte partecipazione; le persone che lavorano nel Parco stanno con quelli che si adoperano per vincere l’indifferenza. Oggi molti sono fiduciosi di poter costruire una comunità di intenti più esperta nell’affrontare le criticità che si palesano in continuo con gli effetti di uno sviluppo poco equilibrato. Il problema della risorsa idrica e del colabrodo della rete d’adduzione è una spada di Damocle per il turismo assai più pericolosa di qualche norma di controllo combattuta con i cartelli sfregiati.
Un sistema più espressivo di nuovi legami tra lo sviluppo locale e la gestione del territorio potrà darci buoni risultati se si sapranno mettere insieme risorse e intelligenze per far vincere l’ingegnosità e l’orgoglio di farsi ancora custodi dei luoghi e non meri criticanti. Intanto una piccola pattuglia metterà in piedi la segnaletica abbattuta a Rio Elba… utilizzando quelle formule di collaborazione tra Enti già ampiamente sperimentate con l’Unione dei Comuni.
Poi apriremo una pubblica verifica per dar vita ad un progetto di sistemazione della senti eristica a più vasta scala perché, come già ricordato, finalmente possiamo contare su un buon finanziamento triennale della Regione Toscana. Chi ha cuore questi viottoli potrà unirsi all’alleanza che si sta consolidando tra pubblico e privato per dare un apporto sincero anche solo di attenzione e di solidarietà, per trattar bene questo meraviglioso scoglio.
Franca Zanichelli
Avvistato uno squalo all'Elba!!!

lunedì 19 ottobre 2009
Il nostro decalogo per 350.org, in palio tre T-shirt Il Viottolo

Le tre immagini più originali verranno premiate con una maglietta de Il Viottolo.
Decalogo
1) non sprecate l’acqua
2) usate il meno possibile acqua calda
3) abbassate la temperatura del vostro riscaldamento (mettetevi un maglione)
4) fate una passeggiata in famiglia o con gli amici
5) organizzate un pic-nic e lasciate il luogo dove avete mangiato più pulito di quando siete arrivati
6) fate alcune ricerche su internet su 350.org e segnalateci le notizie più interessanti (inseriremo i link sul nostro blog)
7) mostrate la linea di marea in una zona costiera di particolare interesse
8) mangiate cibi locali
9) spostatevi in bicicletta o in autobus, non usate la macchina
10) coinvolgete più persone possibile in questa iniziativa
Potete anche trovare altre idee simpatiche ed ironiche sul sito 350.org. Questa è un’organizzazione concentrata sul numero 350 – come parti per milione, che è il livello individuato dagli scienziati come limite superiore di sicurezza per la CO2 nell’atmosfera. Ma 350 è più di un numero – è il simbolo di dove dobbiamo dirigerci come pianeta.
Aspettiamo le vostre fotografie a info@ilviottolo.com!!!
Decalogo
1) non sprecate l’acqua
2) usate il meno possibile acqua calda
3) abbassate la temperatura del vostro riscaldamento (mettetevi un maglione)
4) fate una passeggiata in famiglia o con gli amici
5) organizzate un pic-nic e lasciate il luogo dove avete mangiato più pulito di quando siete arrivati
6) fate alcune ricerche su internet su 350.org e segnalateci le notizie più interessanti (inseriremo i link sul nostro blog)
7) mostrate la linea di marea in una zona costiera di particolare interesse
8) mangiate cibi locali
9) spostatevi in bicicletta o in autobus, non usate la macchina
10) coinvolgete più persone possibile in questa iniziativa
Potete anche trovare altre idee simpatiche ed ironiche sul sito 350.org. Questa è un’organizzazione concentrata sul numero 350 – come parti per milione, che è il livello individuato dagli scienziati come limite superiore di sicurezza per la CO2 nell’atmosfera. Ma 350 è più di un numero – è il simbolo di dove dobbiamo dirigerci come pianeta.
Aspettiamo le vostre fotografie a info@ilviottolo.com!!!
domenica 18 ottobre 2009
Il Viottolo sostiene 350.org, creiamo il brusio.

sabato 17 ottobre 2009
La stagione 2008/2009 e la scommessa con Facebook


Notizie dal Parco Nazionale: studenti del Giglio fanno conoscenza con la ricerca nel parco a Giannutri

Grazie ad un transetto di mist nets “reti foschia” stese tra la macchia è possibile intercettare il volo di questi piccoli uccelli che, dopo aver trascorso la stagione estiva in Europa rientrano in Africa per l’inverno. Le isole del Mediterraneo sono piccole zattere dove questi viaggiatori riposano per brevi momenti prima di continuare la loro rischiosa traversata. I ricercatori che effettuano le catture marcano i soggetti con un anello in alluminio che porta un codice che permette di targare individualmente ogni uccello. L’attività scientifica svolta a Gorgona è promossa dal Parco Nazionale in collaborazione con l’associazione Arche Hir e con l’ISPRA. Vedere da vicino il lavoro di questi ornitologi è molto interessante e poter parlare con questi esperti può essere un divertente momento di apprendimento per i giovani.
Per questo il Parco ha organizzato e pagato la trasferta di giovani studenti gigliesi a Giannutri che hanno potuto visitare l’isola con due valenti guide e conoscere le attività dedicate alla conservazione della natura. La scuola media dell’Isola del Giglio ha visitato il campo il giorno 17 settembre scorso. L’iniziativa di educazione ambientale è stata accolta in maniera entusiastica dai ragazzi che hanno potuto vedere da vicino l’occhiocotto e lo scricciolo, minuti uccelletti di macchia normalmente osservati solamente da lontano. Partecipando al lavoro pratico del campo hanno potuto vedere come si effettuano il controllo del piumaggio, la verifica della biometria e l’analisi del grasso accumulato attorno al petto. Si tratta di dati che permettono di valutare le condizioni fisiologiche di queste piccole macchine volanti che con milioni di battiti d’ali percorrono migliaia di chilometri ogni anno per superare il mare e il deserto. Uno sforzo immane che può costare la vita ad oltre il 50% dei soggetti in movimento!

Tutti questi dati verranno inseriti nella grande banca informativa nazionale gestita dall’ISPRA e poi confluiranno nella rete internazionale EURING. E’ questa la dimostrazione della grande collaborazione scientifica tra tutti i Paesi per unire le forze della ricerca al servizio della conoscenza che, come i migratori, non conosce confini.
Il direttore
Dr.ssa Franca Zanichelli
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